Sabato 24 aprile 1915, a Costantinopoli, capitale dell’Impero ottomano, 600 notabili armeni vengono assassinati per ordine del governo. Siamo all’inizio di un genocidio, il primo del ventesimo secolo. 1.500.000 armeni, 500.000 greci pontici e 750.000 assiro-caldei e siriaci vengono deportati, massacrati, decapitati, crocifissi, bruciati vivi o violentati …
All’inizio del XX secolo, l’Anatolia, nel cuore dell’attuale Turchia, era composta da circa 30/40 per cento di cristiani, il cui potere commerciale e amministrativo si estendeva fino al Serail, il palazzo del Sultano. Ma considerati dhimmi (“ospiti protetti” in arabo coranico), erano soggetti a pesanti tasse ed era loro proibito sia di portare armi che possedere un cavallo.
Con l’entrata in guerra dell’Impero Ottomano iniziarono i problemi. I “Giovani Turchi” lanciarono il loro piano di sterminio di Armeni, Assiro-Caldei e Siriaci dell’Asia Minore. Uomini, donne e bambini vennero deportati a Deir ez Zor, in Siria, lungo l’Eufrate. Gli spostamenti in condizioni spaventose, senza cibo e senza acqua, contribuirono alla morte di migliaia di deportati, e alcuni sopravvissuti furono rapiti per essere venduti come schiavi o convertiti con forza. A loro volta, gli armeni di Cilicia insieme agli Assiro-Caldei delle province di Diarbekir, Erzeroum e Bitlis vennero spostati nei campi nella zona desertica e sterminati in piccoli gruppi.
Tra il 1914 e il 1920, due terzi degli armeni dell’Impero Ottomano, 500mila greci pontici e 750mila assiro-caldei e siriaci, yazidi, aramei, nabatei … furono ufficialmente sterminati.
In Medio Oriente, la nostra associazione umanitaria collabora attivamente con le popolazioni armene e assiro-caldee. L’Oriente non dimentica e prega per i suoi martiri. Non dimentichiamoli e preghiamo per loro !
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