Sostenere i bambini prematuri
14 Dicembre 2018
IRAQ | PROGETTI REALIZZATI |
Ospedale di Quarantaine, quartiere nord di Beirut. In questa ex baraccopoli fortemente segnata dalla guerra, un bambino su tre muore ogni settimana. Ogni anno, il Libano ospita settantamila nascite di cui tremilacinquecento non vivono più di un anno. L’assistenza medica di un bambino prematuro è costosa e poco accessibile. L’arrivo di quasi due milioni di rifugiati siriani e iracheni non fa che aumentare questi numeri già troppo grandi.
Le ragazze, lasciate a se stesse, possono essere tentate dall’esperienza della strada. La prostituzione è anche una piaga che non risparmia questo quartiere tra i più svantaggiati, che offre scarse opportunità di lavoro alla sua gioventù. Nonostante la loro religione, molte ragazze, sia musulmane che cristiane, senza alcun reddito e perché sono sottoposte a forti pressioni da parte dei loro parenti, finiscono per affondare in questo sordido commercio.
Anne-Laure, volontaria ad Amman
‘’Mi prendo cura dei bambini piccoli che sono per la maggior parte prematuri o che hanno grossi problemi di salute. Questi sono casi spesso difficili, che nessuno vuole’’.
Domitille, infermiera volontaria
Di fronte alla tragedia della situazione, un’associazione di Beirut ha deciso di agire. Birth and Beyond, Associazione di assistenza per la madre e il bambino (ASSAMEH) ha fondato, e se ne occupa ancora oggi, il reparto pediatrico dell’ospedale. Lì, dietro le mura ancora piene di proiettili dell’ospedale di Quarantine, le infermiere si prendono cura giorno e notte di quei bambini affetti da una grave disabilità.
Convinti dell’importanza di questa causa, SOS Chrétiens d’Orient ha desiderato unirsi a ASSAMEH nella sua lotta per la vita. Tre infermieri volontari hanno quindi integrato il dipartimento di neonatologia tra settembre e dicembre 2016. Questa missione fornisce un aiuto concreto sul campo. Oltre a prendersi cura dei bambini, i giovani volontari neolaureati condividono le loro conoscenze e competenze con le infermiere libanesi. Lavorano quasi dodici ore al giorno, la loro dedizione è totale.
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