In occasione del “Budapest Forum for Christian Communicator” che si è svolto nella capitale ungherese dal 4 al 6 settembre 2019, Benjamin Blanchard (direttore generale di SOS Chrétiens d’Orient) e Sebastiano Caputo (presidente della Fondazione SOS Cristiani d’Oriente), hanno avuto l’opportunità di porre domande al metropolita Ilarion di Volokolamsk, vescovo della Chiesa ortodossa russa, nonché presidente del dipartimento delle relazioni estere della Chiesa del Patriarcato di Mosca, durante la conferenza stampa riservata ai soli ospiti.
Vorremmo sapere come spiega il fermento e il rinnovamento nella gioventù russa? Come sono tornati alla Cristianità?
Come ho accennato nella presentazione, nella Chiesa Ortodossa Russa abbiamo vissuto un periodo di risveglio. L’inizio risale al 1988, anno della ricorrenza del millenario del battesimo della Russia. Erano gli anni in cui si andava consumando lo sgretolamento del solido regime sovietico e nessuno ipotizzava che tale celebrazione avrebbe avuto ripercussioni su larga scala. Ma quando milioni di persone si riversarono in strada per dimostrare la loro fede ortodossa, per prendere parte alle processioni attorno alle loro chiese, fu quello l’istante in cui la gente pretese la fine della marginalizzazione, messa in opera negli anni precedenti. Da quel momento in poi, c’è stato un rapido aumento della presenza cristiana in Russia e nei paesi vicini. Ormai ogni anno vengono aperte circa 1000 chiese appartenenti alla Chiesa Ortodossa Russa. Nel 1988 contavamo circa 7000 chiese. Oggi ne sono 45000. Il numero dei monasteri ammontava a 20, oggi invece ne sono un migliaio. Questi ultimi sono gremiti di giovani monaci. Questo certo non vuol dire che tutti i giovani sono cristiani, ma sta a significare la forte presenza cristiana nella popolazione giovanile in Russia, Ucraina e in altri paesi sotto la giurisdizione del Patriarcato di Mosca. Come spiegarlo, non saprei. Credo che si tratti di un miracolo il fatto che, dopo così tanti anni di persecuzioni, non solo la Chiesa ne è uscita salva ma è stata capace di promuovere questo risveglio. Ovviamente, compiamo opere missionarie tra la popolazione giovanile e disponiamo di veri e propri movimenti costituiti da giovani. Ma non ascriverei tale successo al nostro operato. Piuttosto, riconosco in ciò l’opera di Gesù Cristo, la sua presenza vivente e credo che la gioventù sia attratta da Gesù e dalla sua Chiesa per via della reale essenza del Cristianesimo.
Crede che tale attrazione sia una riposta al periodo storico del Comunismo o che invece sia un rifiuto della cultura liberale di matrice occidentale?
Sin dai primissimi anni, c’è stata una sorta di rifiuto del periodo che finiva di concludersi e alcune persone sono entrate a far parte della Chiesa poiché si resero conto che essa costituiva un’alternativa all’ideologia esistita fino a quel momento. Tuttavia, prescindendo da ciò, affinché una persona sia membro della Chiesa, la frequenti con costanza, ne sia a servizio e prenda la santa comunione, è necessario che sia immersa nella vita della comunità cristiana. Pertanto, non ritengo siano state le proteste contro l’ideologia sovietica o più tardi contro il secolarismo occidentale a guidare le persone verso la Chiesa.
Com’è stato sino ad oggi il rapporto diplomatico tra la Chiesa Ortodossa Russa e il Vaticano?
Le relazioni sono ottime soprattutto dal 2016 quando Papa Francesco ha incontrato il Patriarca Cirillo. E’ stato uno storico incontro sotto molteplici aspetti. Innanzitutto perché si è trattato del primo e unico incontro nella storia tra il Papa di Roma e il Patriarca di Mosca. Mai nel passato si è tenuto un incontro tra i due capi religiosi. In secondo luogo, è stata una profonda conversazione che a ha toccato non tanto temi di ordine teologico quanto le urgenti questioni circa il futuro dell’umanità. Il Papa e il Patriarca, in quanto pastori responsabili di milioni di persone, hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alle persecuzioni nei confronti dei cristiani in medio oriente. Si sono espressi rispetto a molteplici questioni. Ciò ha fatto sì che, tra le due Chiese, si destasse un sentimento di fiducia reciproca. Da allora, stiamo consolidando questa fiducia.
Eccellenza, come giudica l’interventismo della Russia in Medio Oriente? Può spiegarci come la diplomazia religiosa della sua Chiesa sta lavorando con la comunità cristiana locale?
Diamo aiuto a quattro o cinque Chiese in medio oriente, tra le quali non ci figurano solo Chiese ortodosse. Riceviamo regolarmente capi o rappresentanti di queste Chiese, i quali vengono nel nostro paese per testimoniare il loro rispetto nei nostri confronti. Cerchiamo di aiutarli per quanto ci è possibile. Che tipo di aiuto è richiesto in tale situazione? Innanzitutto, reputiamo di avere il dovere di portare costantemente all’attenzione dei capi politici la situazione in Medio Oriente. Dovremmo spiegare loro ciò che sta accadendo e i reali bisogni delle persone. Ma sovente i capi di alcuni paesi credono che nel caso di un loro intervento la situazione migliorerebbe. Tuttavia, quanto è accaduto in Iraq a seguito dell’invasione e del rovesciamento del regime di Saddam Hussein è emblematico rispetto alle conseguenze che decisioni di questo genere provocherebbero. Con ciò non voglio dire che Saddam Hussein fosse un leader esemplare ma dovremmo ricordarci che durante il suo regime in Iraq erano presenti circa 1,5 milioni di cristiani. A quindici anni dagli eventi, oggi in la popolazione cristiana irachena è verosimilmente scesa a meno di un decimo rispetto a quei 1,5 milioni. Lo stesso sarebbe accaduto in Siria se la Russia non fosse intervenuta. E potrei citare molti altri esempi. Credo che ciascuno di questi paesi abbia il diritto di decidere del proprio futuro e che gli standard occidentali di democrazia non dovrebbero essere semplicemente installati sul territorio medio orientale. I governi occidentali dovrebbero prendere in considerazione la mentalità delle persone, il modo in cui le strutture statali sono organizzate e senz’altro considerare seriamente quanto la Chiesa, ivi presente, ha a da riferire.
Traduzione a cura di Livio D’Alessio
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