Un convegno necessario, quello organizzato dal think tank il Nodo di Gordio, in collaborazione con il Centro studi Vox Populi, per riflettere insieme su prospettive e opportunità in una macroarea vitale per il nostro Paese, che ha il dovere di sfruttare la sua posizione geografica e strategica.
Si è tenuto martedì 2 aprile nella sala Koch di palazzo Madama a Roma il Forum di geopolitica ed economia internazionale, dal titolo Dialoghi Mediterranei, in cui si è discusso di strategie per energia, infrastrutture e agroalimentare. L’evento è stato promosso dal think tank il Nodo di Gordio, in collaborazione con il Centro studi Vox Populi e ha visto la partecipazione di numerosi ospiti di rilievo. Protagonista del dibattito il Mediterraneo, e il ruolo essenziale che il nostro Paese può ricoprire nei tre settori, per la sua privilegiata posizione geografica, come baricentro del Mediterraneo. Tra i partecipanti anche il Presidente della RAI, Marcello Foa, che nel corso dei saluti istituzionali ha ricordato l’attenzione che da sempre la RAI e l’ANSAmed, il notiziario dell’ANSA dedicato al Mediterraneo, pongono alle notizie dell’area.
Il panel è stato aperto dal Sottosegretario di Stato al Ministero Infrastrutture e Traspoti Armando Siri. Il Sottosegretario ha invitato a fare leva sul capitale che l’Italia deve investire in trasporti ed infrastrutture, quale mezzo fondamentale per lo sviluppo di un Paese, asserendo che dispone dei soldi necessari per farlo. Marta Grande, Presidente Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha parlato della rilevanza di stabilire relazioni tra i Parlamenti, al fine di garantire un’efficace dialogo politico e ha auspicato una maggiore cooperazione.
Presente anche il Presidente Commissione Esteri del Senato Vito Rosario Petrocelli, che ha aperto con una provocazione, mettendo in luce la scarsa strategia internazionale che l’Italia ha messo in campo negli ultimi anni. Petrocelli ha proseguito dichiarando che nell’ambito del Memorandum d’Intesa Italia-Cina, che ricordiamo è stato firmato dal nostro paese, primo del G7, e riguarda la partecipazione dell’Italia alla BRI (Belt&Road Initiative) o Via della Seta 2.0, la Cina è interessata ai rapporti con l’autorità portuaria di Trieste, oltre ad un porto nel sud Italia, che potrebbe essere anche Taranto, che i cinesi considererebbero interessante per i rapporti con i Paesi africani.
Il porto di Trieste è il più indicato per lo scalo delle merci provenienti dalla Cina via mare, ma a Pechino interessa anche Genova, altrettanto strategica, seppure non sono previste cessioni di porti alla Cina, anzi, nel Memorandum d’Intesa si fa riferimento ad investimenti comuni nel settore infrastrutturale.
L’export è uno dei settori trainanti dell’economia italiana, ma nell’ultimo decennio le esportazioni italiane in Cina sono arrivate a soli 13 miliardi di euro, mentre abbiamo importato per oltre 30 miliardi, a differenza di altri paesi europei, in testa la Germania, che è arrivata oltre i 90 miliardi.
Con la firma del Memorandum d’Intesa, un colossale progetto non sono infrastrutturale, ma anche geopolitico, secondo Petrocelli si potrà tornare a parlare di ruolo strategico per l’Italia.
All’evento si è parlato anche del ruolo del Tap, la cui importanza è stata sottolineata dal Responsabile Relazioni Esterne TAP Italia, Davide Maria Sempio, che ha ricordato come la Spagna, e prima ancora la Cina, siano uscite dalla crisi facendo leva proprio sulle infrastrutture. A suo dire il TAP, un progetto ormai arrivato all’86%, ricopre una duplice funzione: consentirebbe all’Italia di dotarsi di di forniture di gas competitive e di essere meno dipendente da una fonte inquinante come il carbone.
di Federica Antonecchia
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Privacy Policy | Cookie Policy |