Qui nessun bunker, nessun doppio vetro, i luoghi sono semplici e i mezzi rustici. All’avvicinarsi dell’edificio, indoviniamo il signor Simone in riunione. In piedi in mezzo a molti civili in uniforme, pare davvero come il capo che si rivolge ai suoi uomini. Il tono sale, gli ordini vengono dati, la situazione è all’emergenza, Mhardeh è sul piede di guerra.
Il signor Simone abbandona i suoi uomini per ritrovarci nel suo ufficio dove lo aspettiamo, l’accoglienza è calorosa. Spiega che molti nuovi volontari si sono uniti ai ranghi della Difesa nazionale. Ci riceve come suoi figli. Il suo benvenuto, il suo sorriso, le sue parole sempre amorevoli nei confronti di SOS Cristiani d’Oriente.
Quella sera, il signor Simon non poté fare a meno di esprimere la sua rabbia! Ha sacrificato tutto quello che aveva per la difesa della città e ancora oggi è a sue spese e quelli dei suoi uomini che la resistenza viene assicurata: veicoli, benzina, cibo, vestiti , tempo, speranza, vita familiare… La vita, tutto li. Evoca anche i giovani del posto che hanno dovuto abbandonare i quaderni e le penne per prendere il Kalashnikov. Menziona anche i magri salari di questi padri di familia che hanno dovuto lasciare il lavoro per combattere i tagliagole.
Più tardi in giornata, torniamo a casa del signor Simone dove continuiamo a discutere della situazione. Sua moglie, Rima, mi riceve come se fossi suo figlio e vedo il signor Simone tornare al suo ruolo di padre e nonno. Improvvisamente la nostra riunione di famiglia viene rapidamente disturbata da suoni inquietanti che ruggiscono nel cielo. Sentiamo il fischio del missile nel cielo e le deflagrazioni continue. Preghiamo che il danno sia solo materiale… Il suono delle esplosioni si fa sempre più vicino, continua per un po … poi più niente.
La mattina dopo al risveglio, stesso scenario, fischi, esplosioni, suoni che annunciano la morte che si sta avvicinando.
I missili passano sopra casa per distruggere altre strade più lontane. La paura che un mortaio possa caderci adosso facendo spaccare le finestre, spinge gli ospiti a lasciare il soggiorno a passo svelto per andare in cucina. Le donne stanno tremando e le conversazioni sono interrotte da momenti di silenzio totale ogni volta che si sente un missile … Non sappiamo dove cadrà, i terroristi sparano ciecamente. Gli obiettivi non sono punti militari, sono case, imprese, strade affollate … civili. Quattro mortai caddero attorno alla casa. Allo stesso tempo, gli attacchi si stavano svolgendo in una dozzina di città attorno. La replica del Signor Simone non si fa aspettare! Subito dopo, i missili vengono lanciati sulle posizioni dei terroristi. Sentiamo la partenza di mortai e missili graduati. La risposta è ferma ma i jihadisti non si fermano lì, rispondono a loro volta.
Durante questi scambi di spari che durano tutto il giorno, approfitto di un “time out” per lasciare la casa in compagnia della signora Rima per fornire farina, zucchero e olio in abbondanza alla sua associazione per aiutare i più poveri. Le donne di questa associazione decisero, durante la guerra, di fare piccole torte che rivendevano per restituire i profitti ai più poveri, in particolare alle famiglie di martiri. Chiusi nella cucina di questo centro, sono volti terrificati che scopriamo portando il materiale. Dobbiamo fare in fretta! I caffè e gli scambi calorosi non devono farci dimenticare che c’è una via di ritorno e che è pericolosa.
Il signor Simone e io arriviamo a casa alla stessa ora. Ho appena distribuito cibo e lui i missili. Ridendo, mi fa ascoltare una registrazione da una conversazione intercettata tra terroristi dove sentiamo: “Colpisci le chiese, colpisci le chiese, questi maiali di cristiani sono nelle chiese” …
Dall’estate 2018, un cessate il fuoco è stato ufficialmente decretato dai russi e dai turchi su richiesta dei terroristi … I turchi che si trovano all’interno delle posizioni terroristiche hanno allestito numerosi centri di osservazione.
Per quanto riguarda i russi, circondano la tasca di Idleb dal lato del governo con i soldati dell’esercito arabo siriano. Tuttavia, questo accordo di pace viene costantemente interrotto da ripetuti attacchi di al-Nusra e dei loro affiliati che si abbattono vigliaccamente sui civili con granate, razzi e missili …
Altrove nel paese, la pace è tornata, la vita ha ripreso il suo corso, il peggio è ormai alle spalle ma per gli altri, l’inferno continua ed è quotidiano … Abituato a vivere in una Siria ritornata serena, avevo dimenticato le sensazioni di un tale clima di paura e ansietà. Avevo dimenticato questa atmosfera di morte.
Lo conoscevo bene durante le mie regolari visite ad Aleppo tra il 2015 e il 2017, al culmine di quella lunga battaglia fino alla sua liberazione. L’avevo conosciuto bene anche in altre circostanze, come durante quelle ore di strade spaventose che attraversavano il paese, toccando le aree detenute da ISIS e Al Nusra. Anche a me capita di dimenticare che sfortunatamente molti sono quelli per cui nulla è finito!
Non mi rivolgo a voi per incolparvi ma perchè vi indigniate con me. Il silenzio dei media è travolgente, soprattutto quando ci dice che tutto è finito in Siria! In realtà qui si continua a uccidere in silenzio, nessuno è lì a riferire i fatti.
Non aspettate che i media si destino, per parlare solo dei civili nella regione di Idleb, per interessarvi a Mhardeh. Non commettete lo stesso errore delle battaglie di Aleppo e Damasco! Dovete capire che Mhardeh sta morendo lentamente … Oggi i nostri fratelli muoiono in silenzio e solo voi potete aiutarci ad alleviare le loro sofferenze.
Abbiamo bisogno di voi, delle vostre preghiere, del vostro aiuto. Aiutateci a sostenere Mhardeh! Aiutateci a sostenere i suoi abitanti!
Alexandre Goodarzy, capo missione in Siria
Via Meuccio Ruini 31,
00155 Roma
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