Conferenza stampa del 26 Giugno 2019: La discriminazione dei cristiani in Pakistan. Dopo il caso Asia Bibi.
Il nostro impegno per i cristiani d’Oriente continua grazie al supporto istituzionale del gruppo interparlamentare per i cristiani nel mondo presidiato dall’Onorevole Andrea Del Mastro delle Vedove che questa volta ha aperto la conferenza sulle discriminazione dei cristiani in Pakistan presso l’Aula Stampa della Camera dei Deputati durante la quale sono intervenuti Henri Malosse già presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE), organo consultivo dell’UE; Paul Bhatti, medico e politico pakistano, fratello di Shabbaz, ministro delle Minoranze del Pakistan ucciso nel 2011 e Arthur Lanternier, capo missione ad Aleppo ed responsabile per la Cooperazione e lo Sviluppo della Fondazione SOS Cristiani d’Oriente.
“Oltre alla Giornata nazionale contro la persecuzione religiosa delle minoranze cristiane nel mondo, vogliamo che l’Italia in tutte le sedi dove si discutono i trattati bilaterali con il Pakistan chieda l’abolizione della legge sulla blasfemia o, quantomeno, l’eliminazione della pena di morte per questo reato”, ha spiegato l’onorevole Delmastro, secondo il quale è necessario anche un coordinamento con l’Unione Europea con la quale Islamabad ha siglato accordi di scambio molto vantaggiosi. “La storia insegna – ha proseguito – che si può pervenire al pluralismo politico e alle libertà politiche solo se il primo passo è quello del pluralismo religioso. La più importante delle libertà è quella della manifestazione del proprio pensiero religioso”. È qui che è stato necessario l’intervento di Henri Malosse, impegnato da anni sulla questione proprio a Bruxelles sul fronte dei rapporti commerciali.
“Da 10 anni l’Unione europea ha un rapporto privilegiato con il Pakistan sul commercio, nonostante non vengano rispettati i diritti fondamentali di tutte le minoranze religiose, nella Costituzione pakistana esistono degli articoli ma non vengono applicati e l’Unione Europea continua a fare commercio senza nessun monitoraggio e controllo” ha spiegato Malosse proponendo di chiedere come controparte alla prosecuzione degli scambi in materia economica maggiore rispetto della comunità cristiana da parte del governo di Islamabad.
Paul Bhatti, che in questi mesi ha girato l’Italia per denunciare il caso di Asia Bibi, ha portato una testimonianza sull’importanza di intervenire sull’educazione dei bambini, senza il quale gli effetti di qualsiasi cambiamento legislativo sarebbero vanificati. Bhatti ha infatti raccontato del dramma delle scuole dove i bambini sono educati all’odio contro i cristiani e di alcune moschee guidate da Iman estremisti, nutriti da un’ideologia estranea al Pakistan, che cercano di radicalizzare la popolazione più giovane. Per questo è necessario anche incrementare il dialogo interreligioso con i tanti musulmani che voglio pacificare il Paese e che lottano contro l’integralismo. “Con l’impegno in campo educativo dunque intendo la necessità di bloccare quel tipo di scuole dove viene instillato il messaggio di odio, dove i bambini crescono con l’idea di uccidere e morire”. Purtroppo nel corso degli anni sono cresciute tantissime scuole di questo tipo finanziate da vari Paesi che ormai tutti conoscono e con cui l’Occidente fa ottimi affari e condivide strategie geopolitiche. Cambiare la legge è importante ma serve a poco se poi ci sono soggetti pronti a uccidere perché credono che uccidere sia un bene, perché è un dovere uccidere un non musulmano oppure morire per questa ideologia.
Infine, dopo una disamina delle problematiche del Pakistan legate alla discriminazione dei cristiani, Arthur Lanternier ha presentato in estrema sintesi i progetti portati avanti dalla organizzazione umanitaria proprio in Pakistan: “il nostro obiettivo come fondazione SOS Cristiani d’Oriente si basa su tre pilastri principali. Il primo è ricreare un legame perso con i cristiani d’Oriente. Il secondo è lavorare sul radicamento di queste popolazioni e terzo fare in modo che possano diventare indipendenti e quindi lavorare sullo sviluppo economico. Abbiamo tre progetti principali in Pakistan. Il primo è in corso in un villaggio a sudovest di Faisalabad, dove abbiamo comprato un terreno enorme di fronte ad una chiesa e dove le famiglie salvate dalla schiavitù potranno finalmente abitare. Stiamo costruendo delle case, puntiamo a un totale di 500 case, al momento siamo arrivati a 50 e stiamo cercando nuovi finanziamenti per arrivare a costruire il totale di 500 abitazioni. Il secondo progetto è a Karachi, quindi al sud, dove lavoriamo con Sua Eminenza Joseph Coutts per ricostruire due chiese, una è stata appena finita e per la seconda stiamo ancora preparando i piani con gli ingegneri. Il terzo progetto si trova ad Arshalabad, dove appunto lavoriamo sullo sviluppo economico e vorremmo costruire dei magazzini, dei negozi per fare in modo che queste famiglie salvate dalla schiavitù possano lavorare in proprio e ottenere questa totale indipendenza che sia nella vita quotidiana ma anche nel lavoro”.
Da parte della Fondazione SOS Cristiani d’Oriente, in qualità di co-organizzatori della conferenza ringraziamo tutti i presenti, relatori e giornalisti, che mercoledì 26 Giugno 2019 hanno aderito all’iniziativa, con la speranza di rivederci presto.
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